Da “ilgiornaledelmolise.it” – Attese ampiamente ripagate, sabato sera, per il secondo appuntamento della rassegna Soul Food al Cafè Prestige di Campobasso. Sulla scena, The Link Quartet del funambolico Paolo “Apollo” Negri, organista che nel corso degli anni si è fatto interprete di una eredità variegata e sontuosa, danzereccia e scanzonata ma con radici nobili e repertorio sopraffino, eseguito con verve da folletto, straordinaria perizia musicale e la padronanza scenica di chi ormai gravita da anni in un’orbita internazionale, fra Stati Uniti, Parigi e Londra, dove Paolo “Apollo” Negri è popolarissimo, tanto da far dire a un dj autorevole come Craig Charles della BBC che in un’eventuale scelta fra Paolo e James Taylor avrebbe qualche dubbio («This is Paolo… what a talent; if he’d been from the UK he’d have given James Taylor a very hard run for the UK fantasy-funk Hammond player/keyboardist», Craig Charles live on air – Funk and Soul Show, BBC, March 2009).
Doti tutte dimostrate nel concerto al Cafè Prestige, con il conforto di un ambiente gradevole, elegante quanto basta per uno spettacolo dal forte sapore vintage e retro, pieno di citazioni e di ricordi, da Jesus Christ Superstar a Sunshine of Your Love, passando per Saint Tropez all’epoca del twist, i ritmi urbani della possente Crosstown Traffic di Jimi Hendrix (senza farsi mancare un veloce tributo a Voodoo Chile); una fluviale versione della I’m a Man di Stevie Winwood (e Spencer Davis Group); il funk indiavolato e virtuosissimo di Jack McDuff (Hot Barbecue), Charles Earland, Lou Donaldson, Idris Muhammad e Melvin Sparks (Turtle Walk), i Beatles dell’epoca più beat (Taxman), il tardo rock and roll sincopato e doo wop di Leiber e Stoller (Love Potion No. 9), un lato b degli Shocking Blue di Venus a imperitura memoria della conturbante e compianta Mariska Veres (Send Me a Postcard); i Califfi di Paolo Tofani (Marshall Jim 100) già pronto a diventare il chitarrista degli Area di Demetrio Stratos, a riprova di quanta linfa vitale scorresse nel beat italiano.
Cose ripescate e rimesse in circolazione senza troppa nostalgia né stantii sapore di revival, anzi, ossequio energico e pieno di freschezza a quell’infinito “presente” che è la musica concepita con intelligenza ed eseguita con talento e devozione. Degno finale, la produzione tutta propria di Fast Girls and Sexy Cars (evidente omaggio al nume Alan Hawkshaw), con uno spassoso aneddoto sulle fortune commerciali di un pezzo davvero accattivante. A raccontarlo, il bassista Renzo Bassi, che con Marco “Mayo” Murtas alla chitarra (Fender Telecaster), l’esplosivo Alberto “Pato” Maffi alla batteria e Paolo “Apollo” Negri danno vita a uno dei quartetti più brillanti attualmente sulla scena, non solo nazionale. Perfetta l’organizzazione di Massimo Petrarca; efficientissima e squisita l’ospitalità del Cafè Prestige.