Skip to content

MODS.IT

Da “MODS.IT” (www.mods.it)
Se vi piace il caldo e succoso sound dell’hammond questo disco , probabilmente una delle migliori produzioni del 2002 nel genere, fa decisamente per voi. “Beat.it” e’ uscito a fine ottobre ed ha gia’ ricevuto un discreto numero di recensioni, tutte giustamente formulate in termini entusiastici. Il disco presenta un sound molto ricco e variegato contraddistinto da un hammond suonato con maestria, fuzz a manetta ed una sezione ritmica pressoche’ impeccabile. Jazz, soundtracks, R&B e un tocco di Funk qua e la’ gli ingredienti essenziali di “Beat.it”. “Strudel Girl” apre il disco prepotentemente, “Be yourself” e’ uno strumentale in stile Hot Road, in cui il tappeto di hammond e il fuzz rievocano certe scorribande a tutta velocita’ meta’ anni ‘60. “Alfa Romeo Duetto” inizia con un’intro lenta e jazzata per poi crescere ed esplodere in torride jams con chitarra ed organo in primo piano. L’utilizzo del sintetizzatore analogico ricorda a tratti quel geniaccio di Dick Wyman.”An Evening with Linda Lovelace” e’ uno strumentale R&B nello stile di Booker T, contraddistinto da un drumming possente e dinamico, numerosi cambi, roventi assoli di chitarra e fuzz e wah-wah in buone dosi. La title track “Beat.it” si apre con un incisivo giro di basso e batteria, contrappuntato poi da ricami di hammond e licks di chitarra che successivamente decollano scatenando un groove molto coinvolgente. Segue quindi una cover di “Crosstown Traffic”, ben interpretata, con l’hammond in primo piano rispetto alla chitarra. Molto ben interpretata anche “Somebody Stole My Thunder”, classico mod degli ultimi anni. La versione dei Link Quartet da nuova vita ad un brano ormai strasentito. Il ritmo rallenta con “Little Italy Serenade”, rilassante jazz groover decisamente downtempo, con piano elettrico e flauto che ricordano “Burning Spear” dei Soulful Strings. “Happy Boys Happy” e’ un’altra magistrale reinterpretazione di un classico mod degli Small Faces un po’ estesa rispetto all’originale , cosa che ci fa apprezzare la vena creativa della band piacentina. Segue “Gianni Fuso Nerini”, sicuramente uno dei brani migliori del disco. R&B incandescente con torridi riffs di chitarra molto accattivanti e funky ai quali si sovrappone prepotentemente l’hammond, creando cosi’ un driving beat irresistibile e molto adatto alla pista da ballo. “If I Could Only Be Sure”, cover del brano soul di Nolan Porter, e’ l’unico brano cantato del disco, e presenta la bella voce di Betty Quartieri. Il brano finale “Marshall Jim 100? presenta sonorita’ piu’ dure, vicine al rock fine anni ‘60, a cavallo tra Hendrix e Deep Purple e mette ulteriormente in luce la versatilita’ di questa ottima band, per molti versi ancora sottovalutata e da coprire. Consigliatissimi dal vivo!!!!
Giulio